martedì 27 dicembre 2011

Jelly Roll Morton

Conoscete la favola di quel bambino che diceva al lupo al lupo per fare degli scherzi e venne sbranato dal lupo, quando nessuno gli credette più... Lo stesso nel jazz successe a Jelly Roll Morton che si attribuì la paternità di questo genere di musica, ma essendo un truffatore, un magnaccia, giocatore, imbroglione, con una personalità sprezzante e tracotante e millantatore, non fu creduto pensando che fosse una delle sue menzogne, ma forse a torto, perchè la sua "Jelly Roll Blues" pubblicata nel 1915 fu molto probabilmente la prima composizione jazz ad essere trascritta su uno spartito.





lunedì 1 agosto 2011

Vinicio Capossela

Vinicio Capossela
Marinai, Profeti e Balene


Smisurata, quasi insondabile: un’opera definitiva e ambiziosa che solo un talento rinomato e letterato come Vinicio Capossela avrebbe potuto proporre al grande pubblico (di questo paese, di questo tempo), senza ricevere in cambio sbadigli disinteressati o sonore pernacchie. Un epico - è il caso di dirlo – viaggio della conoscenza, attraverso la Bibbia, le metafore diMelville in Moby Dick, Omero e la sua Odissea. Miti e mitologie, dei e deità, favole e parabole, uomini e umanità: un cammino solitario attraverso la letteratura, per la letteratura, in cui perdersi è la maniera più veloce di ritrovarsi, alla fine, e ivi riconoscersi.

Un percorso artistico di molti alti e pochissimi bassi, quello che ha condotto Capossela a questo passo importante della sua carriera: dagli esordi da menestrello sbilenco al romantico tzigano, dalle tambureggianti tarante alle esplosioni circensi, sino al recente passato (il capolavoro Ovunque Proteggi, l’intimo, e riuscito a metà, Da Solo, datato 2008).

Marinai, Profeti e Balene è un doppio album monumentale: basti citare i numeri e i nomi. Diciannove canzoni per un’ora e mezzo di durata, una quantità spropositata di ospiti (dai Calexico a Marc Ribot, dal cretese Psarantonis ai cori degli Apocrifi, delle voci bianche, delle donne sarde, delle Sorelle Marinetti , dai musicisti originali degli esordi ai nuovi musicisti classici, tutti solisti alla Scala… per citarne solo alcuni) e una quantità ancor più smodata di strumenti (oltre ai moderni e ai classici, anche strumenti antichi, dalla lira alle ondioline alla viola d’amore). E poi un pugno di testi dagli altissimi registri, intrisi di poesia greca e di fervore religioso, di epiche morali e colte dottrine. Insomma, detto tra noi, sulla carta ce ne sarebbe abbastanza per scappare a gambe levate. Il risultato, invece, è ben diverso: l’album è imponente ma non ampolloso, è enfatico ma non retorico. Un ascolto impegnato, ma tutt’altro che impegnativo.

Idealmente, non solo fisicamente, il progetto è diviso in due parti: il primo disco, più epico, operistico, biblico, ha in Moby Dick il tema portante, e molte delle sue basi sono state registrate da un pianoforte a coda issato nella sacrestia della cattedrale del castello di Ischia. Diversi brani del secondo disco, per certi versi più intimo, ispirato all’Odissea, sono stati incisi invece a Creta (“le canzoni per le quali serviva la presenza degli dei”, ha ammesso lo stesso Capossela in un’intervista). Essendo lavoro immane, e anche presuntuoso, cercherò di non sviscerare per filo e per segno le tematiche dei singoli brani, lasciando che l’ascoltatore ritrovi nel piacere stesso del viaggio la propria individuale interpretazione. Anche perché il Nostro ha sentenziato che nel disco “la forma canzone è un pretesto, viene rispettata il meno possibile”.

Sommariamente, comunque, Marinai, Profeti e Balene è questo: nella prima parte l’apertura è affidata a Il Grande Leviatano, direttamente dalla pancia della balena, inno sacro con tanto di cori e organo, seguita daL’Oceano Oilalà, ebbra ode flautata che ricorda il De Andrè dei lavori medievali. Pryntil è disneyana sigletta anni ’30, Polpo d’Amor (musicata daiCalexico) tango elegante e sinuoso, Lord Jim danza morbida e solitaria sul tema dell’espiazione. I brani del primo cd sono come pervasi da un’ovatta sensoriale acquatica, più una percezione che un suono vero e proprio, che persevera in La Bianchezza Della Balena, uno dei pezzi più pregiati del lotto, accompagnata non a caso dal coro delle voci bianche “Mitici Angioletti” e sferzata dall’elettrica di Alessandro ‘Asso’ Stefana. Billy Budd è un blues strascicato impreziosito dalla chitarra di Marc Ribot, I Fuochi Fatui è pura teatralità, diseguale, visionaria. Job, parabolico levare alla Nick Cave, precede la conclusiva La Lancia del Pelide, sferrata dolcemente, trait d’union che conduce salvifica alla seconda parte, al secondo disco.

Ci aspetta sull’altra sponda Goliath, circolare nel significato, sbilenca e sbuffante nell’accompagnamento, che si fa tetro e a tratti tellurico quando incontriamo il Ciclope ubriaco di Vinocolo. Intima e straziante è l’attesa di Penelope ne Le Pleiadi, mentre altrove un Aedo cantastorie ci introduce a tre momenti piuttosto deboli: il valzerino de La Madonna delle Conchiglie, Calipso, esotica e assolata, Dimmi Tiresia, classicamente caposseliana.
Moltissima carne al fuoco, dunque, accompagnata da contorni di ogni genere e bagnata abbondantemente dal vino torbido e liquoroso dei nostri bisnonni. Una di quelle rare sbornie che ti addormentano senza avvisarti, e più tardi, nei sogni, ti fanno vedere chi sei.

http://www.storiadellamusica.it/Vinicio_Capossela_-_Marinai,_Profeti_e_Balene_(La_Cupa,_2011).p0-r3982

Vinicio Capossela





giovedì 7 luglio 2011

La Valse d'Amelie

venerdì 13 maggio 2011

Jazz creolo o jazz negro

Jazz creolo o jazz negro

Nei primi anni del ‘900 i musicisti creoli che provenivano in genere da famiglie piccolo borghesi, avevano ricevuto una discreta se non buona educazione musicale; erano quasi sempre pianisti o clarinettisti, alcuni veramente molto preparati e di buona cultura generale. Anche il colore della pelle e i lineamenti con caratteri negroidi meno marcati favorivano una maggiore integrazione (per quanto in misura molto modesta) o per meglio dire una maggiore accettazione da parte degli ascoltatori bianchi. La loro musica era più raffinata, meno primitiva, risentiva della loro preparazione classica e molti furono compositori, arrangiatori oppure direttori d’orchestra di notevole valore.
Al contrario la musica dei negri, quasi sempre analfabeti, autodidatti come strumentisti, era più sanguigna, istintiva e, per certi versi, rozza e primitiva. Anche gli strumenti adoperati erano quasi sempre di costruzione artigianale, improvvisati o adattati da oggetti di uso comune o suppellettili varie.


Clicca qui per continuare a leggere ...


Il termine creolo


Il termine creolo deriva dall'antico castigliano criollo (probabilmente di origine latina), e fu diffuso nelle altre lingue tramite il portoghese ed ilfrancese alla fine del XVI secolo, ha significato di nuovo, di nuova creazione, con costume mutato, di nuova costituzione.
Origine

La parola fu inizialmente applicata alle persone di origine europea nate nelle colonie del Nuovo Mondo, per distinguerle ed enfatizzarne i costumi mutati rispetto agli immigrati di classe elevata nati in Europa.

Il termine e le sue varianti in altre lingue (crioulo, créole, kriolu, criol, kreyol, kriulo, kriol, krio, etc.) possono far riferimento a:
una persona di origine europea nata nelle colonie spagnole, francesi o portoghesi d'America
un meticcio nato da un genitore indigeno ed uno bianco, in particolare nelle Antille e nell'America centromeridionale
una lingua creola, ossia un linguaggio nato da un pidgin di lingue europee e locali nelle colonie, o tra lingue originali diverse.

In alcuni paesi, il termine è poi spesso associato ad altri significati:
negli Stati Uniti, ai meticci della Louisiana, con particolare riferimento a New Orleans
in Venezuela, a persone, animali o cose di origine locale, (come il termine castizo in Spagna).

Il qualificativo di criollo si dà, poi, per estensione a tutto ciò che è prodotto da criollos o nell'ambito della cultura creola, come ad esempio ilcavallo criollo, il pan criollo o vals criollo (valzer peruviano) e quindi come sinonimo di "nazionale" (soprattutto nel Cono Sud).
Il significato esteso

Il significato che appare evidente ed ha significato nella cultura umana, ed è per "derivato" ma anche di "di nuova costituzione".

La nuova costituzione non si deve intendere come semplice modifica o variante anche sensibile dell'esistente, ma bensì propriamente diverso, con una derivazione consistente e soprattutto confluente cioè proveniente sensibilmente da diverse provenienze (sia pure in maniera non del tutto paritaria) e quindi diversa dalle originali. La deriva infatti comporta una mescolanza sostanziale delle parti originarie dove ognuna afferisce in modo sostanziale (ed è questa la diversità rispetto ad una semplice influenza).

Gli effetti più noti, ben verificati in qualche specifico caso nella evoluzione umana, sono quelli delle culture creole o quello ancor più noto dellelingue creole, a mezzo dei pidgin.

Condizione pressoché obbligata alla costituzione di una cultura creola è la presenza di una parte trainante ma la assenza di una componente eccessivamente dominante tra le costituenti. In sintesi è necessario che la debolezza reciproca induca la permeabilità reciproca delle parti che afferiscono per costumi, vocabolario, usi ecc. (Una forte dominanza produrrebbe il mantenimento di una separazione tra la dominante e le minori).

È curioso notare che, previo un periodo di approssimazione e disordine in cui le culture afferenti "coabitano" in parte con strumenti comuni sia comportamentali che linguistici modesti, con l'avvento della generazione successiva si costituiscono delle solide regole comuni su usi, costumi, cibi, che in seguito sono assolutamente definite ed uniformate, indistinguibili come origine. Le regole assumono valore comune, condiviso, le lingue si dotano di una struttura complessa economica ed assolutamente organica, del tutto simili per complessità e perfezionamento alle altre lingue. La cultura assume coscienza di sè ed autostima; di norma esiste sempre una cultura di maggior incidenza (ma non di dominanza) e questo determina una impronta specifica culturale, linguistica, morale a cui però non sono esenti le altre.

http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_creola








mercoledì 13 aprile 2011

"People" Barbra Streisand






http://it.wikipedia.org/wiki/Funny_Girl

http://www.imdb.com/title/tt0062994/

http://en.wikipedia.org/wiki/Funny_Girl_(film)
http://it.wikipedia.org/wiki/Funny_Girl_(musical)