giovedì 6 dicembre 2007

Le campane di San Giusto

Le campane di San Giusto

L'ascesa di Enrico Caruso (1873-1921) inizia nel 1894, con il suo debutto al Teatro Nuovo di Napoli, ma la grande affermazione del tenore partenopeo avviene nel 1898, alla Scala di Milano; da quel momento Caruso, passando di successo in successo, varca i confini nazionali e canta nei piu' importanti teatri del mondo (Roma, Parigi, Londra, Buenos Aires, San Pietroburgo, Lisbona, Montecarlo, New York). Nel 1905, decide di abbandonare Napoli ed emigrare definitivamente negli Stati Uniti, dove, grazie alle sue esibizioni al Metropolitan Opera House di New York, incontra, per quasi venti anni, un grande successo di critica e pubblico.
Caruso e' uno dei primi cantanti ad incidere dischi, grazie ai quali riesce a raggiungere fama mondiale. Malgrado cio', e malgrado le grandi ricchezze accumulate, rimane sempre legato alla sua terra natale, dove spesso torna, e che onora con le sue indimenticabili interpretazioni della canzone napoletana: grazie a Caruso, le note di 'Torna a Surriento', 'Maria Mari'', 'O sole mio' e 'Marechiaro' si diffondono in tutto il mondo.
I gravi problemi di salute non impediscono al grande tenore di continuare a cantare fino al 1920; alla fine, pero', la malattia lo costringe ad abbandonare la scena: torna in Italia e si stabilisce a Sorrento; aggravatesi le condizioni di salute, viene trasportato a Napoli, dove muore il 2 agosto del 1921.

Radioscrigno ha restaurato del grande tenore drammatico un 78 giri, Voce del Padrone Db-616, che Caruso incise alla fine della Grande Guerra: si tratta della patriottica canzone di Arona, Colombino, Drovetti: 'Le Campane di San Giusto'.

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