giovedì 6 dicembre 2007

Trilussa dice..

Trilussa dice..

Il poeta Carlo Alberto Salustri nasce a Roma il 26 ottobre del 1871; il padre è un cameriere di Albano, la madre, originaria di Bologna, è sarta; poco portato per gli studi, termina le scuole nel 1886.
L'anno successivo pubblica il suo primo sonetto sul giornale 'Rugantino' e assume lo pseudonimo Trilussa (anagramma del cognome Salustri); da quel momento comincia a collaborare con vari periodici romani, tra cui 'Il Messaggero'; la notorietà lo raggiunge intorno agli anni 90.
È autore di numerosi versi e sonetti in dialetto romanesco, in un periodo in cui questo genere letterario è particolarmente diffuso.


Il poeta canta la Roma fin de siècle e la piccola borghesia che la popola, e lo fa accompagnando i versi ad illustrazioni, molto apprezzate nei quotidiani romani, come "Il Giorno" di Luigi Lodi.
Il dialetto di Trilussa non è puro come quello del Belli, ed è più vicino all'italiano e alla lingua parlata in quegli anni nella Capitale; l'umorismo, l'ironia, la vena satirica sono però ugualmente pungenti.
Una caratteristica tipica della sua poesia è quella degli animali: Trilussa, infatti, racconta storie esopiane di leoni, cani e gatti, topi e maiali, per deridere i difetti dell'uomo.
Con questo stile e modello letterario Salustri rappresenterà per cinquanta anni la società italiana, attento ai suoi mutamenti e alle sue innovazioni: nel 1916, ad esempio, scrive "Basta la mossa!" poesia dedicata al cinema, nella quale mostra diffidenza per un mezzo che è, ancora, improvvisato e dilettantesco.


Il successo e la consacrazione giungono intorno agli anni '20 e '30 del 900; nel 1922 la Mondadori pubblica le sue raccolte:
"Lupi e agnelli", "Le favole", "Nove poesie", "Le cose", "I sonetti", "Le storie", "Ommini e bestie". Nel 1932 esce "Giove e le bestie", "Cento favole", "Libro muto" e "Cento apologhi"; in quegli anni collabora anche con Ettore Petrolini, per il quale scrive qualche testo.
Intanto però la Roma dipinta dai suoi sonetti e dalle sue illustrazioni, va scomparendo, e il poeta comincia a perdere la sua ispirazione.
Pochi giorni prima di morire, nel 1950, viene nominato senatore a vita per meriti letterari ed artistici dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.


Il disco e' un 78 giri Columbia D 5727, matrice 30023, 30024.

Ascolta i brani qui

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